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Le Gallerie degli Uffizi celebra il 500 ° anniversario della nascita di Cosimo I (1519-74), Firenze, primo Granduca, dedicando un ‘trittico’ di mostre alla sua memoria: “Un Centinaio di Lance per il Principe”, “la Tessitura di una Biografia. Gli arazzi seicenteschi in onore di Cosimo I “(Sala delle Nicchie e Sala Bianca a Palazzo Pitti dal 5 giugno al 29 settembre) e ” La prima statua per il Giardino di Boboli. Il Contadino Restaurato “(Sala delle Nicchie a Palazzo Pitti dal 5 giugno al 29 settembre).

La prima mostra aperta, Cento Lanzi per il Principe, esplora il corpo di Guardia tedesco dei Medici – la ‘Guardia de’ Lanzi’ in patois fiorentino – composto da alabardieri con la loro tipica livrea. Il fatto che la mostra sia ospitata al primo piano degli Uffizi non è un caso: dalle finestre delle sale espositive si può ammirare la Loggia dell’Orcagna in Piazza della Signoria, che un tempo era la facciata del quartier generale della Guardia tedesca agli Uffizi ed è ancora oggi conosciuta come la Loggia dei Lanzi (abbreviazione della parola tedesca “Landsknecht”). L’arrivo delle guardie a Firenze nel 1541 fu uno dei modi in cui Cosimo I dimostrò la sua fedeltà all’imperatore asburgico Carlo V: molti anni prima di diventare duca di Firenze, Cosimo aveva avuto diverse occasioni di assistere all’azione della Guardia imperiale dei cien alemanes (100 tedeschi), che seguiva l’imperatore in tutte le sue peregrinazioni.

I lancieri giocarono un ruolo cruciale nel contesto della corte medicea per quasi duecento anni, fino al 1738. La funzione principale del corpo di guardia era quella di proteggere la persona del sovrano e i suoi parenti più stretti, motivo per cui appaiono in quasi tutti gli eventi che coinvolgono il sovrano, facilmente riconoscibili nei loro costumi sgargianti e armati con la loro arma iconica, l’alabarda. La mostra esplora la storia del corpo di guardia da un punto di vista sociale, culturale e militare. Diviso in quattro sezioni, che ospita oltre 90 reperti che vanno dall’armatura, armi e costumi, incisioni, dipinti, documenti e libri che raccontano il corpo e la sua storia, senza trascurare l’impatto che ha avuto sulla vita della città, un all-round racconto che coinvolge sia la gente comune e le cifre della corte Medicea, dalla nani della Duchessa Eleonora di Toledo in persona. Tra le mostre sensazionali, quella che è sopravvissuta all’armatura di Cosimo I e la splendida armatura del capitano Fernberger con le armi medicee impresse al Museo Künsthistorisches di Vienna, oltre a armi, oggetti, incisioni e ritratti. Gli alabardieri erano le icone dell’autorità principesca, il loro semplice aspetto trasformava qualsiasi zona di lavorazione o situazione quotidiana in una”scena cortese”. Dopo circa 200 anni di leale servizio, furono le ultime vestigia del vecchio regime a lasciare il loro posto, rimanendo a fare da guardie all’Elettrice Palatina fino all’arrivo del corpo delle Guardie svizzere della Casa di Lorena, che prese il loro posto nel 1738. Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt ha spiegato: “La ricerca del Progetto dell’Archivio Medici sugli alabardieri tedeschi a Firenze ha portato alla nascita di informazioni precedentemente sconosciute, portando alla luce opere d’arte dimenticate o sconosciute, e offrendo una nuova interpretazione di innumerevoli documenti figurativi dell’epoca associati alla storia di Firenze al tempo dei Lanzichenecchi”.

La mostra, promossa dalle Gallerie degli Uffizi in collaborazione con il Progetto Archivio Medici, è curata da Maurizio Arfaioli, Pasquale Focarile e Marco Merlo. Catalogo edito da Giunti.

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