Primo Libro di Esdras, chiamato anche Esdra greco, abbreviazione I Esdras, opera apocrifa che è stata inclusa nel canone dei Settanta (la versione greca della Bibbia ebraica), ma non fa parte di alcun canone biblico moderno; è chiamato Esdra greco dagli studiosi moderni per distinguerlo dal Libro dell’Antico Testamento di Esdra scritto in ebraico. Originariamente scritto in aramaico o ebraico, I Esdras è sopravvissuto solo in greco e in una traduzione latina fatta dal greco.
Il lavoro è testualmente più strettamente legato al Vecchio Testamento rispetto ad altri libri del Apocrypha, per esso tracce porzioni di storia di Israele dal 621 ac al 444 ac riassumendo II Cronache 35:1-36:23, l’intero Libro canonico di Esdra, e Neemia 7:73-8:12. L’unico nuovo materiale è il “Racconto delle Tre Guardie”, una storia popolare persiana che è stata leggermente modificata per adattarsi a un contesto ebraico.
Il metodo utilizzato nella compilazione I Esdras è incerto, soprattutto a causa di numerose incongruenze storiche ed errori; in diversi casi si altera anche testi biblici. Il lavoro è stato composto a volte nel 2 ° secolo AC, probabilmente da un ebreo egiziano.
Data la confusione storica di I Esdras, molti studiosi ritengono che il suo compilatore fosse più interessato a inculcare certe idee morali e religiose che a raccontare la storia ebraica. A questo proposito la parte più importante del lavoro è il “Racconto delle Tre Guardie,” che afferma la supremazia del Dio ebraico, che si identifica con la verità. Sono anche sottolineati l’osservanza della Legge mosaica, il culto del Tempio di Gerusalemme, e le leggi che vietano il matrimonio di ebrei con non ebrei.