La ricerca diretta dal Dr. Anders Garm presso la Sezione di biologia marina dell’Università di Copenaghen in Danimarca, ha dimostrato che gli occhi delle stelle marine sono in forma di immagini e potrebbero essere una tappa essenziale nell’evoluzione degli occhi.
Photo credit: Steve L. Martin
I ricercatori hanno rimosso le stelle marine con e senza occhi dal loro habitat ricco di cibo, la barriera corallina, e le hanno posizionate sul fondo di sabbia a un metro di distanza, dove sarebbero morte di fame. Hanno monitorato il comportamento delle stelle marine dalla superficie e hanno scoperto che mentre le stelle marine con gli occhi intatti si dirigono verso la direzione della barriera corallina, le stelle marine senza occhi camminano in modo casuale.Garm ha dichiarato: “I risultati mostrano che il sistema nervoso delle stelle marine deve essere in grado di elaborare le informazioni visive, il che indica una chiara sottostima della capacità trovata nel sistema nervoso centrale circolare e un po’ disperso degli echinodermi.”
L’occhio composto della stella marina (tazze rosse) è veduto alla punta del braccio. Ogni tazza rossa corrisponde a una singola unità ottica, ommatidium, in un occhio composto da artropodi. Credito fotografico: Dan-Erik Nilsson, Lund University
Analizzando la morfologia dei fotorecettori negli occhi delle stelle marine, i ricercatori hanno inoltre confermato che essi costituiscono uno stato intermedio tra i due grandi gruppi noti di fotorecettori rabdomerici e ciliari, in quanto hanno sia microvilli che un ciglio modificato.
Il dr Garm ha aggiunto: “Da un punto di vista evolutivo è interessante perché la morfologia degli occhi delle stelle marine insieme alla loro qualità ottica (qualità dell’immagine) è vicina all’occhio teorico all’inizio dell’evoluzione dell’occhio quando la formazione dell’immagine è apparsa per la prima volta. In questo modo può aiutare a chiarire quali sono stati i primi compiti visivi che hanno guidato questo importante passo nell’evoluzione degli occhi, vale a dire la navigazione verso l’habitat preferito utilizzando grandi oggetti fissi (qui la barriera corallina).”
Le specie di stelle marine più conosciute possiedono un occhio composto sulla punta di ogni braccio, che, ad eccezione della mancanza di una vera ottica, assomiglia all’occhio composto di artropodi. Nonostante sia noto da circa due secoli, nessun comportamento visivamente guidato è mai stato documentato prima.
Credito fotografico: lowjumpingfrog
Via EurekAlert
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