Il Grande schema dell’evoluzione unilineare così come è stato sviluppato nel diciannovesimo secolo, ponendo la civiltà europea occidentale e americana al vertice dell’umanità, fu vigorosamente attaccato dalla scuola boasiana e la teoria del relativismo culturale fu forgiata nel calore di molte lunghe battaglie teoriche nella disciplina. Contemporaneamente, la scuola Boas attaccò i principi fondamentali della supremazia bianca mostrando con solidi studi empirici che razza, lingua e cultura non erano entità coestensive e che non esisteva un’eredità razziale innata che garantisse il diritto naturale (o dovere) dell’uomo bianco di governare.
L’attacco al pregiudizio razziale e all’etnocentrismo, tuttavia, non ha mai portato ad un attacco totale allo sfruttamento dei popoli soggetti, ad un interesse per le modalità o l’oppressione e le loro conseguenze culturali, o persino al riconoscimento accademico del fatto dello sfruttamento. In effetti, la scuola Boas non ha mai mostrato alcun reale interesse nello studio della situazione di conquista e sfruttamento in quanto tale.